DALL’AMARONE AL MERLOT DEL CLOS ROARETI
Sono alla seconda “visita virtuale” dell’azienda Guerrieri Rizzardi ma anche alla seconda degustazione di gran spessore. La prima occasione è stata molto positiva e vi rinfresco la memoria qui. Adesso vediamo se anche questa nuova occasione manterrà il lignaggio e la piacevolezza della precedente.
Nonostante abbia già fatto accenni alla storia dell’azienda Guerrieri Rizzardi è doveroso rifare un breve excursus. Bene, intanto parliamo del nome!
Il termine Clos apre subito la mente a quel appezzamento di vigneto della Borgogna, chiuso e recintato e chiamato Clos oppure al Brolo inteso come giardino “alla mediterranea”. Roareti invece? E’ la tradizione locale legata al terroir della precedente proprietà nobiliare, i Marchesi di Rovereti. Un vino quindi globale che integra bene l’internazionalità del Merlot e del Clos alle origini strettamente legate alla Valpolicella.
I FORESTIERI AL SUCCESSO
Il Merlot è un’uva internazionale e, nonostante l’origine sia transalpina, si adatta a varie latitudini. Ma è anche un’uva nobile che sa dare soddisfazioni dove altri vitigni non riescono ad arrivare. E’ il caso dei due ettari di “clos” dell’azienda Guerrieri Rizzardi in cui i vitigni autoctoni Corvina, Corvinone o Rondinella hanno lasciato il passo al francesino appena arrivato da oltralpe. Il suo arrivo in Veneto è recente e datato 1999 per cui sta entrando nella sua piena vigoria e maturità.
Il suo adattamento al terroir veronese c’è stato e degustando il vino ce ne accorgeremo molto bene. La prima annata di Clos Roareti è del 2007 e da sempre la produzione è numerata. La mia bottiglia è la numero 5.600 di 6.666 prodotte. Già che ci siamo diamo qualche altro dato come quello riguardante l’affinamento. Il vino compie 12 mesi in barriques di rovere ( 1/3 nuove ) e poi vari mesi in bottiglia.
In foto si vede poco ma sorprendono anche i gradi alcolici del vino. Sono 15 e perfettamente in linea con quanto il territorio riesce a produrre quando si parla del Re del Negrar, l’Amarone della Valpolicella.
FORZA E POTENZA MA CON CONTROLLO
Diciamo che il Merlot sa come esprimersi bene in questo Clos Roareti 2012. Lo fa in maniera chiara e limpida visto che fin dalla prima mescita fa intuire il suo carattere schietto e deciso. La potenza cromatica non lascia dubbi sulla sua personalità. Il rosso rubino è così intenso da non permettere il passaggio della luce attraverso il vino.
Sa come sorprendere anche al naso perchè mette subito in chiaro di che “pasta” è fatto, puntando sulle sue qualità di intensità e complessità di sentori. C’è anche la finezza a legare il tutto ma qua va fatta una breve precisazione. Il vino non ha difetti ma si presenta fine ed elegante come un giocatore di rugby vestito con un tight. Vi immaginate la scena? Ecco il Clos Roareti è come lui, finemente corpulento.
Andiamo nel pieno della questione e cerchiamo di individuare cosa ci voglia raccontare il vino. E qua è comprensibile che si venga travolti dalla potenza dei sentori di evoluzione. E’ impossibile rimanere indifferenti da come si esprima a livello olfattivo. Frutti sotto spirito imperanti come mora, ribes, marasca e prugna che sfumano in un delicato ricordo di china. Il colore non ingannava e le sensazioni sono del “mondo noir”.
CONTINUA A IMPRESSIONARE
La palla ovale passa nelle forti mani di due player importanti come balsamico e speziato. Spetta a loro portare avanti il gioco e far capire quanto ben congegnato sia lo schema tattico. Il bagaglio di spezie non sfuggono all’attenzione neppure dei meno attenti. Pepe nero e chiodi di garofano sono all’ordine del giorno anche in molti piatti della nostra cucina e qua li ritroviamo ben definiti. Sale al naso pungente ma non sfruttando sempre tutta la potenza e, anzi, sa quando è il momento di mollare la presa per non chiudere anzitempo la partita.
Finisce tutto qua? Assolutamente no. Continuando a indagare arrivano vaniglia, cacao amaro e note di legno tostato che ricordano il periodo di affinamento nelle barriques. Rimane comunque vivace il tocco erbaceo che il Merlot si porta spesso come dote e che si sposa con quel ricordo di sottobosco umido che arriva in chiusura.
Infine, ma non da ultimo, il calore pungente espresso già al naso. Ricorda di lanciare uno sguardo fugace all’etichetta, qualora ce ne fossimo dimenticati. Ma siamo al momento clou, quella della degustazione e, viste le premesse di vigore e potenza, è il caso di prendere atto che sarà una bella lotta tra vino e palato.
LA MAGIA ESISTE E SPESSO CI SORPRENDE
Chi non crede nella magia dovrebbe ricredersi oppure accettare che, a volte, la realtà supera di slancio la fantasia. Perché dico questo? Semplice, il nostro rugbista ben vestito sa farsi apprezzare per una particolare eleganza nell’ingresso al palato. Nonostante le premesse di forza e vigoria lasciassero poco spazio a un’interpretazione che non fosse composta solamente da potenza e alcolicità.
Certo che il vino è caldo e alcolico, chi avrebbe coraggio di dire il contrario visti i gradi espressi? Ma l‘impatto col palato viene attenuato da morbidezza e rotondità. Sono belle registe in grado di spostare da un lato all’altro tutte le varie sensazioni.
Nel Clos Roareti di Guerrieri Rizzardi avviene tutto in modo naturale e talmente omogeneo da lasciare allibiti e sorpresi per la velocità di esecuzione. Entra caldo per l’alcol, poco dopo la morbidezza avvolge dando una giusta connotazione di setosità, poi arriva il tannino che abbraccia il palato in un caloroso scambio di effusioni e lo rivolta con una adeguata astringenza che, una volta esaurita, fa un pò di posto alla sapidità. Vi siete persi? E’ più facile di quanto si creda. Basta degustarlo e si capisce quanto tutte queste sensazioni siano sì complesse ma ben distinte e abbastanza bilanciate tra loro.
IL CLOS ROARETI È STREPITOSO NELLA SUA POTENZA
Si va verso la fine e cosa rimane? Una persistenza lunga e piacevole che lascia il ricordo speculare di quanto già sentito al naso. Restano tutti i frutti macerati che sembrano essersi fusi in una composta con cacao, vaniglia, spezie e nota balsamica. Non c’è nulla di più gratificante di un vino che ci lasci la propria traccia per molti secondi. È quella dote che lo fa ricordare non solo per esaltarlo in abbinamento con alcuni piatti, ma anche per una piacevole conversazione meditativa.
Se volessimo dagli un giudizio a questo Clos Roareti 2012, cosa scrivere sulla pagella? Sicuramente bellissimi voti per le qualità che ha espresso ma in condotta servirebbe un otto. È stato fin troppo bravo nel mascherare la sua irruenza dovuta a una particolare gioventù. Ma dall’altro canto questo è un pregio per avere successo per qualche altro anno a venire. Diciamo che è nel pieno delle sue forze e qualche capello bianco potrà dargli maggiore saggezza e ancora più controllo nei propri mezzi.
Info: Guerrieri Rizzardi | Bardolino ( VR ) | www.guerrieririzzardi.it
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
13 Dicembre 2016. © Riproduzione riservata