La Chianti Classico Collection 2025 porta con sè non solo la responsabilità dell 32esima edizione della manifestazione dedicata ai vini del Gallo Nero, ma anche un forte sostegno alla sostenibilità, slogan e motto di quest’anno: sempre più aziende, infatti, scelgono la strada della tutela ambientale in vigna ed anche in ogni fase della lavorazione del vino, come testimonia la forte presenza di aziende biologiche e rispettose dell’ambiente nel catalogo chiantigiano.

Da sempre il territorio del Chianti Classico è un inno alla biodiversità: chi ha visitato almeno una volta le terre originali del vino Chianti, si sarà accorto che si possono contare numerose specie floreali in tutto l’areale ed anche frequenti macchie boschive. Tutto ciò aiuta le vigne ” a respirare meglio” ed a contrastare in modo naturale il cambiamento climatico in atto. 

Non è purtroppo infrequente visitare alcune zone d’Italia famose per il vino e rendersi conto che la presenza di alberi e boschi è ridotta al lumicino: oltre alla sequenza di vallate, variabilità di altitudini ed appunto boschi, il Chianti Classico può rappresentare davvero un capofila per la totale conversione ad un rispetto ambientale prima di ogni altra cosa.

Nella Chianti Classico Collection 2025 si parla di sostenibilità anche nell’organizzazione dell’evento stesso, dal momento che molti arredi sono stati costruiti con materiali riciclati e saranno riutilizzabili negli anni a venire, così come il cibo avanzato durante i light lunch è stato donato al progetto solidale di Villa Lorenzi.

E se non ricordi come fosse stata l’edizione scorsa, allora ti consiglio di leggere il mio articolo sull’edizione 2024 per rinfrescarti la memoria cliccando qua!

La Chianti Classico Collection 2025 è stata un’edizione in crescita per il numero di aziende presenti, come ogni anno, alla Stazione Leopolda di Firenze: sono state ben 218, a testimonianza che il format sia gradito e funzioni. L’unica pecca negativa si potrebbe rinvenire nella mancanza di molti campioni dell’annata 2023, quella idealmente oggetto dell’anteprima attuale: forse molte aziende tendono a far uscire i propri vini più tardi sul mercato, rispetto al passato, e quindi mancano per gli assaggi alla stampa.

Per esempio erano ben di più le 2022 rispetto all’annata corrente, in virtù del fatto che sempre più cantine preferiscano attendere ed affinare ulteriormente il vino prima della vendita. Un suggerimento per il Consorzio però mi sento di darlo: perché non sollecitare le aziende ad inviare almeno campioni di botte dell’ultima annata in modo che possano essere valutati?

Dal momento che il disciplinare permette la commercializzazione di ogni nuova annata dopo 12 mesi dalla vendemmia, significa che i vini dell’annata 2023 potevano essere in commercio già da fine 2024: troppo presto forse? Sicuramente mi verrebbe da dire, vista l’evoluzione qualitativa e stilistica del Chianti Classico in generale. Ma qua si entra in tematiche di opportunità e valutazione di modifiche o meno del disciplinare. E questo è un discorso un pò più delicato…

Sala stampa della Chianti Classico Collection 2025

Racconto i migliori assaggi ( secondo me ) alla Chianti Classico Collection 2025

Quest’anno mi sono limitato ad una sola giornata, anziché le solite due che di solito dedico alla manifestazione, per cui ho dovuto scegliere cosa assaggiare e cosa no. Mi sono dedicato alla valutazione delle annate 2023 e 2022, quest’ultima anche in versione Riserva, andando ad effettuare circa un centinaio di assaggi delle suddette categorie.

Voglio inserire solo alcuni dei vini che mi hanno maggiormente sorpreso, tralasciando alcuni che comunque mi sono piaciuti ed anche quelli che non giudico all’altezza: ci sono molti giornalisti ed influencer in Italia che hanno il compito di narrarvi tutto, per filo e per segno. Lascio a loro la capacità di sentenziare, mentre io mi dedico ad un’umile e semplice racconto personale, selezionandone solo qualcuno per ogni categoria. Sono pochi per dare una vera e reale rappresentazione del territorio? Forse, ma non vorrei fare un articolo di dimensioni bibliche.

Annata 2023: i miei vini migliori ( in ordine alfabetico )

Buondonno: mora, sottobosco, pepe nero e viola aprono toni scuri e profondi all’olfatto.Il palato porta dapprima pompelmo ed arancia, per continuare con un tannino fine anche se ben tangibile; leggero calore e finale un pò noir. Un vino deciso e di carattere.

Castellinuzza e Piuca: naso che sa di ciliegia e ribes, poi di viola, salvia e pepe nero. Palato corposo nel frutto, che sembra quasi dolce, ma al contempo si dimostra beverino nella freschezza, grazie anche ad un tannino incorporato nel tono fruttato. Chiude leggermente sapido.

Castello di Meleto: tanti frutti polposi al naso con mora e marasca in primis, poi sentori di rosa, pepe, cannella e rosmarino che donano davvero una bella espressività olfattiva. In assaggio è agrumato e citrino, spinto in acidità e con tannino contenuto, piacevole ed integrato nell’insieme.

Castello Vicchiomaggio – Guado Alto: mora, mirtillo, tracce di fogliame e menta pur dentro contorni noir. Pieno al naso e denso nei profumi. Palato scorrevole e ben dimensionato nel frutto, con buona acidità, tannino misurato e leggermente sabbioso; chiude sapido e gradevole nel frutto.

Fattoria San Giusto a Rentennano: nei profumi è morbido, rotondo, leggermente terroso, con marasca e mora, pepe, alloro e foglie secche. Bocca stretta nella dimensione, diretta nel tono citrino ed agrumato, con tannino dolce e sapidità di alto livello; conclude lungo in freschezza.

L’Erta di Radda: dolce, leggero e piacevole al naso con ciliegia, ribes e lampone che fanno da padrone; leggere note di rosa e violetta, pepe rosa e cannella. È fine ed equilibrato. Palato succosissimo, giustamente citrino e con spinta di freschezza importante: bocca bilanciata e di buona finezza. Godibilissimo.

Quercia al Poggio: naso mediamente scuro, mentolato ed ematico con frutti neri e spezie che si incuneano nella sensazione di calore e balsamicità. Al palato è piccante, caldo, asciutto nel tannino e con finale di buona intensità agrumata. Lungo e persistente.

Riecine: naso bilanciato tra frutti rossi, sentori erbacei, speziati e floreali. Piacevole al naso così come al palato, in cui frutto e la sua sostanza sono sorrette da altrettanta freschezza e tannino sempre misurato. Molto sapido e lungo in persistenza.

Tregole: ciliegia e lampone con sfumature acidule, floreale, accenni speziati e calore oltre a lieve balsamicità. Palato espressivo nel frutto, tirato e di bella spinta citrina, con tannino potente e che lascia comunque sensazione di grande freschezza; lungo in acidità e con dimensione tannica ben durevole.

Annata 2022: forse la vera anteprima della Chianti Classico 2025

Bertinga – La Porta di Vertine: naso piacevole, polposo e di buona trama ematica oltreché balsamico e mentolato, finendo con note di tostato e tabacco biondo. Bocca fruttata, sciolta, dinamica e con tannino muscoloso e leggermente sabbioso che però non blocca il dipanarsi della scorrevolezza; conclude ben sapido.

Borgo Scopeto: frutti dolci e polposi, con note floreali evidenti, poca evoluzione nel tostato ed erbe fresche che danno slancio al naso. Palato davvero fine, citrino. movimentato nella portata della freschezza e con tannino mai troppo eccessivo, Ha bella sapidità finale e buona dinamicità.

Cafaggio: naso erbaceo e tostato con note di foglie di té, noce moscata, tabacco biondo, mora e mirtillo; sostanzioso al naso ma piacevole ed elegante. Bocca di buona presenza tannica, leggera nel gusto e con sapidità rilevante. Chiude con note agrumate e leggera piccantezza.

Casale dello Sparviero: naso speziato e caldo, con sfumature terrose e frutti ben maturi; rabarbaro e tamarindo elevano le sensazioni noir. Bocca salata, scura con ricordi di sottobosco, mora e china: leggero sentore fumé e tannino di buona presenza e materia.

Colle Bereto: dolce e fruttato al naso con tanta materia e polposità che danno piacevolezza; rotondo e con sfumature mentolate che fanno da contraltare. C’è succosità a non finire nel palato, rotondità ed anche freschezza: il tannino è dolce e chiude con leggere note tostate.

Fattoria di Petroio – Petroio: naso erbaceo, mentolato e con venature tostate. Il calore al naso è contenuto e il sentore dei frutti sembra più scarico di polpa rispetto ad altri: è comunque fine e discreto. La bocca è sciolta, dinamica, sapida e con tannino misurato e mai eccessivo. Buona persistenza e finale piacevole.

Fattoria il Colombaio – Gaspero: toni fumè e tostati importanti con frutti neri e spezie piccanti a supporto; grafite, ematico oltrea frutti neri maturi chiudono il gruppo dei profumi. Il palato è giustamente bilanciato tra freschezza, gusto e potenza tannica: è lungo in persistenza e chiude con buona freschezza.

Le Fonti/Panzano – Le Fonti: olfatto potente e di bella trama scura con mora e marasca, tabacco, pepe, foglie secche e liquirizia. Palato denso e ampio nel gusto, pur avendo discreto slancio di freschezza: tannino ben inserito e con buona presenza materica nel finale.

Podere Cianfanelli – Cianfanello: tanto frutto al naso, macchia mediterranea, erbe aromatiche e bella finezza globale; olfatto sempre delicato e ben gestito. Ha palato agrumato, dinamico e con tannino dolce: chiude con sapidità e bel allungo in salivazione e freschezza.

Podere Terreno alla VIa della Volpaia – Podere Terreno: polposo e materico al naso con frutti neri, floreale ed erbaceo a fare da profumi principali, pur con una piccola deviazione ematica. Palato agrumato e con amarena che sale al comando: il tannino è dolce e confortevole mentre il gusto fruttato accompagna per tempo la distensione della freschezza.

Querciabella: tanta dolcezza al naso con ciliegia e lampone a far capolino, poi violetta, erbe aromatiche e lievissima nota ferrosa. Ha allungo di gusto e freschezza al palato, replicando le sensazioni olfattive, con tannino rilevante ma sempre ben gestito all’interno della globalità delle sensazioni; godibile, fine e con ottima persistenza.

Tenuta Casenuove: naso mediamente scuro e con ottima inflessione aromatica di frutto e floreale; spezie dolci, accenno di trama vegetale e leggera nota calda. Bocca golosa, piena di frutto e con tannino levigato pur se ben presente: valida freschezza, pur con dimensione tattile rotonda, e buon allungo finale.

Val delle Corti: tanto frutto al naso, buona traccia ematica che fa da contraltare e mi piacciono floreale, speziato e mentolato che lasciano leggerezza. Palato di buona dimensione tannica, con freschezza e lunghezza acida notevoli. Ha ricordi vegetali che asciugano un pò sul finale, ma senza togliere nulla alla piacevolezza.

Le bottiglie in sala stampa della Chianti Classico Collection 2025

I miei migliori assaggi delle Riserva 2022

Anche per i campioni di Riserva 2022 presenti alla Chianti Classico Collection 2025 si potrebbe fare lo stesso discorso di quelli dlel’annata 2023: non tantissimi, solo 40 tra cui scegliere, per cui con una visione abbastanza limitata delle prospettive di questa tipologia. Vediamo però quali per me sono stati i migliori assaggi fra questi.

Brancaia: naso materico, con frutti leggermente maturi e buona densità. Floreale secco, tostato dolce, tamarindo, liquirizia e cioccolato. Al palato ha bella scorrevolezza, con tannino che lega bene con l’insieme senza impegnare troppo la bevuta ed una densità del frutto che accompagna bene la bevuta.

Capraia: ciliegia matura, bacca di vaniglia, liquirizia, pepe nero, confettura di frutti di bosco e cacao. Al naso i profumi ci sono e tutti si legano molto bene. Il palato è espressivo nel frutto, agrumato e teso in freschezza oltre a tannino che dà presenza. Buon allungo e calore contenuto con una sapidità di rilievo nel finale.

Castello di Volpaia: naso bilanciato tra dimensione del frutto e trama erbacea/balsamica. L’olfatto continua con cioccolato e tabacco che allargano la complessità. In assaggio dimostra buona trama fruttata, buon livello tannico e sapidità meno in evidenza rispetto alla pienezza del frutto. Bevuta sostanziosa e strutturata.

Cigliano di Sopra – Vigneto Branca: molte note scure come tabacco, caffè, legno bruciato, frutti neri maturi e cacao; ha profumi prettamente noir ma senza perdere di finezza. Palato succoso e vibrante con maggiore freschezza e agilità di come si poteva presagire: agrumi rossi, mora e amarena oltre a tannino leggermente ferroso ed ottima acidità sono le note che chiudono i ricordi.

La Montanina: naso dolce, ampio e caldo con sfumature balsamiche e speziate; frutti maturi e polposi oltre a ricordi floreali secchi. Scorrevole e dinamico in bocca, ha succosità, buona sapidità e trama tannica ben inserita nel contesto. Davvero piacevole ala beva.

La Vigna di S.Martino ad Argiano: naso balsamico, ematico e fruttato con rimandi di caffè, cacao, liquirizia e terriccio. I profumi lasciano sensazione di pienezza al naso. In bocca invece è diretto, esplosivo nel frutto con acidità e freschezza ma anche tannino a dare bilanciamento. Consistente al palato ma senza mai stancare un secondo.

L’Erta di Radda: naso dolce, complesso e profondo però bilanciato da note balsamiche e mentolate. È fine e di buona presenza con confettura, tabacco biondo e liquirizia. La bocca è dimensionata nel corpo ed avvolge con il frutto, mentre il tannino di bella espressione contribuisce a non strizzare un finale gustoso, balsamico e rinfrescante.

Monte Bernardi: tratto scuro diviso tra ematico, sanguigno, confettura di frutti di bosco, cacao amaro, caffè e liquirizia. Solo pò di calore alcolico ed il piccante escono dall’insieme. Ha tanta succosità in bocca, scioltezza, tannino dolce e non aggressivo, mentre sono lunghe e vivaci freschezza agrumata e salivazione. Ottima la persistenza.

Sunto finale sulla Chianti Classico Collection 2025

Saluto questa Chianti Classico Collection 2025 con il solo rammarico di non aver fatto anche il secondo giorno di assaggi, ma contento per la qualità media dei campioni assaggiati. Anche se l’annata 2023 che non è stata sicuramente facile tra pioggia primaverile e stress idrico estivo, la media dei vini assaggiati mi hanno dato buone sensazioni.

La 2022 si dimostra abbastanza interessante tra le più recenti del Chianti Classico: chi decide di uscire oggi sul mercato con i vini della 2022 credo la veda in modo giusto e sensato. Forse si è persa un pò di acidità in questi vini, in funzione delle caratteristiche di quest’annata, ma l’affinamento maggiore in bottiglia dona complessità, maggiore equilibrio e bevibilità enfatizzati.

Che dire invece di questa manifestazione? Resta sicuramente il punto focale della settimana di Anteprime Toscane, occasione utile per la stampa nazionale ed estera per conoscere più da vicino e nel profondo la produzione dei migliori Consorzi vinicoli toscani. Aspetto con ansia l’edizione 2026: mi auguro che ne leggeremo ancora delle belle!

di Morris Lazzoni

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

26 Febbraio 2025. © Riproduzione riservata