LA PUGLIA DEL BUON VINO ROSATO
Nel mondo del vino certi incontri nascono anche per caso. Oppure direi soprattutto per caso. È proprio quanto è successo tra me e l’azienda Albanera di San Donaci in provincia di Brindisi. Dopo uno scambio di mail con la titolare Nadia Albanese, è capitata la possibilità di degustare i loro vini, tra cui questo rosato. Oggi vi parlo del primo vino e SEGUIRANNO LE DEGUSTAZIONI di altri due vini, un Negramaro e un Primitivo. Per cui mi sentirete ancora parlerà di Albanera.
Sinceramente non conoscevo l’azienda e, ovviamente, nemmeno i loro vini. Sapevo che la Puglia è una regione che cerca disperatamente di affrancarsi dall’idea di vino “tanto al chilo” oppure dall’immagine di code di camion cisterna che portano uve e mosto in altre regioni. Non è facile rifarsi un immagine nuova di zecca a livello marketing, ma molti produttori pugliesi ce la stanno mettendo tutta. Un altro produttore pugliese appassionato che sta lavorando in tal senso è Fabio Pietrogiovanni dell’azienda Pietregiovani, anche lui, come Nadia Albanese, cerca di dare un diverso punto di vista. Leggete qua la degustazione dei suoi vini durante il nostro incontro a Vinoè.
“Per fortuna che ci sono ancora persone che mandando avanti aziende con l’idea di fare un buon vino. Magari non pensano alle classifiche, ai premi o ai punteggi ma alla naturalezza di riscoprire un prodotto vero, sincero e che esprima il più possibile il tratto distintivo del territorio di provenienza”
Da quanto ho potuto degustare in questo rosato è quello che ha fatto Nadia Albanese. Ha raccolto l’eredità della vigna di famiglia, la tratta al meglio e, come si faceva un tempo, cerca di trarne un vino che racconti la sua visione. C’è riuscita? Io credo di si! Le vigne si trovano nella pianura salentina, in una zona atta alla viticoltura ma anche conosciuta a livello culturale, poichè si trova sull’antica via “Il Limitone dei Greci”, usata in antichità come via di scambio commerciale.
PUGLIA=ROSATO
Argomento ostico quando si parla delle tonalità rosate nel vino. Agitano e dividono come la classica discussione sportiva al bar, perchè non c’è un giudizio unanime.
“Tempo fa mi trovavo non dalla parte dei detrattori, ma da quella dei “non amanti”. Siccome solo gli stolti non cambiano idea, ho deciso che fosse il caso di “sviscerare” l’argomento rosato per capire cosa avesse da raccontarmi”
Nel caso del Gocce di Euforia è stata usata un’uva regina del salento, il Negramaro. Anche il colore tradisce le attese e conferma un tempo di macerazione forse più lungo del normale, data la bella intensità del rosa cerasuolo. Mi piace, non infastidisce un cerasuolo così intenso, visto che quando si parla di Negramaro è lecito attendersi una pigmentazione degna di nota.
IL NEGRAMARO VESTITO DI ROSATO
Interessante come il deciso profrumo fruttato salga al naso con ciliegia, melagrana e l’agrumato del pompelmo che si fanno subito evidenti. Si percepisce un leggero tocco speziato che dà ampiezza e stuzzica in modo quasi provocatorio l’olfatto, ma è piacevole per cui non stona nell’insieme. Non manca anche una spolverata di cannella inserita dentro una fragrante nota floreale che mi ricorda il colore accesso ed intenso della viola.
Ha profumi intensi e fragranti che non possono allargare più di tanto in complessità, visto che l’affinamento è breve e non fa legno.Il giudizio generale è valido perchè sono profumi in linea con l’annata: cercavo freschezza, fragranza e vivacità nei profumi e l’ho trovate!
Al palato si capisce che è un vino da valide promesse grazie anche al suo tenore alcolico, presente ma non eccessivo, oltre alla valida vena acida che porta freschezza e salivazione. Poi arriva un leggerissimo ricordo di tannino: Gocce di Euforia Rosato è ottenuto dal 100% di uve Negramaro, per cui se penso alla carica del colore, mi viene naturale credere a un tempo di macerazione un pò più lungo del normale, tale da portare un minimo di tannino all’interno del vino. Non mi dispiace, dà un pò di unicità al vino e non sciupa le sensazioni d’insieme.
SI COMPORTA BENE E NON DELUDE
Quindi se il tannino allarga il corpo delle durezze, altrettanto fa l’acidità che provoca una giusta freschezza in linea con la tipologia. Questo rosato deve essere valido come vino da apertivo oppure in abbinamento con piatti di pasta, anche ben conditi, oppure carni bianche. La freschezza è piacevole, impatta con il palato in modo forte ma senza sfociare in irruenza. Lascia spazio al tono fruttato, ben presente, assieme anche un finale che ricorda la liquirizia, data la vena amaricante che permane sulla lingua.
Sopraggiunge appena dopo la sapidità ad infoltire il lato delle durezze, allungando di fatto le sensazioni che il vino porta al palato. Per la sua tipologia si dimostra un vino in linea con le proprie caratteristiche: fa quello che deve e lo fa in modo onesto, preciso e sempre nel solco della piacevolezza.
Non mi aspettavo cose diverse da questo rosato da Negramaro: ha le carte in regola per regalare una bella bevuta, se chiamato in causa nelle situazioni che vi raccontavo in precedenza.
Non serve cercare una complessità infinita, non ve la può garantire perchè non fa parte dei suoi compiti. Piuttosto chiude al palato in modo piacevole, pulito e con una persistenza che non guasta il ricordo della degustazione, lasciando una traccia di sè per il giusto tempo. Quindi in sostanza è un bel bicchiere di rosato, onesto, piacevole e abbinabile a vari piatti e situazioni. Che altro volete? Un prezzo onesto? Lascio a voi indagare ma credo che sia anche quello!
INFO: Albanera di Albanese Nadia | San Donaci (BR ) | wwww.vignealbanera.it
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
vinoperpassione2015@gmail.com
19 Dicembre 2017. © Riproduzione riservata