Non tornavo a San Gimignano da molti anni e non parlo solo di vino, cantine ed assaggi. Questa è una zona della Toscana che, purtroppo, ho sempre vissuto poco e non potevo mancare dopo l’invito ad essere presente all’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 come stampa di settore.
Non serve che io esprima lodi per raccontare la bellezza e la storia di San Gimignano, uno dei borghi toscani più conosciuti e visitati al Mondo: le torri, di origine medievale, che ne hanno caratterizzato lo “skyline” si vedono ben prima di arrivare in paese, grazie alla svettante altezza rispetto alle case ed ai palazzi circostanti. Non sono certo un critico d’arte, nonostante i miei studi classici, per cui, a chi voglia scoprire storia ed aneddoti di San Gimignano, lascio spazio a fonti ben più autorevoli di me ( clicca qua ).
Dopo questa piccola digressione storico/artistica proseguo il mio racconto della settimana delle Anteprime toscane dopo aver già raccontato di Chianti Lovers e Rosso Morellino 2023 ( vai all’articolo ) e dei due giorni passati alla Chianti Classico Collection ( qui il mio racconto ).
Un breve e conciso excursus sulla Vernaccia di San Gimignano prima di passare al racconto dell’Anteprima
La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini nobili toscani, innanzitutto perché può vantare una conoscenza diffusa tra gli appassionati di tutto il Mondo, pur non appartenendo alla stirpe dei vini rossi toscani più famosi, in più perché è stata il primo vino italiano ad ottenere la Doc nell’ormai lontano 1966.
La lunga storia della Vernaccia non parte certo dal 1966 visto che, tornando indietro nei secoli, già il sommo poeta Dante Alighieri a fine del XIV secolo e successivamente Sante Lancerio a fine del XVI, ne parlarono e, soprattutto quest’ultimo, ne tesse le lodi di qualità e bontà.
Anche il nome stesso “Vernaccia” ha aperto lunghe diatribe: c’è chi crede derivi dalla parola latina vernaculus, cioè autoctono, oppure che prenda spunto dalla città di Vernazza, in Liguria, zona da cui alcune fonti sembrano datare l’arrivo a San Gimignano intorno al 1200. Entrambe possono essere veritiere e, sopratutto quella dell’origine ligure, mi stuzzica e mi piace, essendo io un toscano con un piede in Liguria.
Qualora fosse vero, diventerebbe semplice fare un parallelo con l’uva bianca regina della Liguria, cioè il Vermentino. Non sono un ampelografo ed uno storico, quanto invece uno studente, degustatore ed appassionato del vino. Mi piace pensare a questa stretta parentela, anche in virtù di alcune assonanze di profumi e sapori tra i due vini.
La “vera” Vernaccia, almeno nelle sue annate più giovani, non esalta il degustatore per profumi spiccati bensì per tratti di frutti bianchi, agrumi, floreale, erbe aromatiche e mineralità. Sembrano sentori quasi fotocopiati di una bella interpretazione ligure del Vermentino. Magari questa parentela non è veritiera, ma sono tali invece i tratti tipici di un’ottima Vernaccia: ciò mi è servito, durante gli assaggi fatti all’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 per capire quali tipologie fossero più o meno consone con lo stile tipico.
Inizia il mio racconto dell’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023
Sono arrivato al mattino presto a San Gimignano ed ho potuto pertanto assaggiare tutti i campioni dell’annata 2022, della 2021 e quelli della Riserva 2020. In totale sono stati 74 vini, ma ovviamente racconterò solo di quelli che mi hanno colpito maggiormente, differenziandoli per tipologia ed annata.
Annata 2022
Abbazia Monteoliveto, Gentilesca: decise note tostate di mandorla e frutta secca alternate da erbe aromatiche, agrumi e delicate influenze floreali. Al palato ha un sorso pieno e denso, ancora da equilibrarsi perfettamente ma con buon potenziale, in cui spiccano note minerali, abbondante sapidità e acidità distesa e dal gusto citrino.
Cappellasantandrea, Clara Stella: ha un profilo aromatico nitido, essenziale ma non banale. Limone, pompelmo, pesca nettarina, ginestra, camomilla, mandorla e delicata sfumatura di pepe bianco. Anche al palato gioca nitido e sempre ben espressivo, donando acidità, sorso piacevole e lungo in durata, con un sapidità ben presente e diffusa.
Casa Lucii: si presenta con profumi freschi e nitidi di pompelmo, mela verde e limone oltre a fiori di campo, timo, salvia e pepe. Delicato nei profumi ma con buona intensità. Dimostra lo stesso bagaglio di sensazioni anche al palato, aggiungendo polposità ad una bevuta citrina, sapida e di ottima persistenza.
Il Colombaio di Santa Chiara, Selvabianca: olfatto delicato nel contributo fruttato, con pera, lime e mandarino, mentre è più deciso nel floreale da camomilla e ginestra. Al palato procura salivazione abbondante, con freschezza agrumata piacevole e duratura, inserita dentro aromi da erbe aromatiche, mandorla e sapidità finale diffusa. Ottima persistenza.
Ho apprezzato anche: Casale Falchini, Benozzo – Cesani – Macinatico – Mormoraia – Panizzi – Signano – Vagnoni
Annata 2021
Alessandro Tofanari, Astrea: profumi intensi di agrumi, mela gialla, zafferano, mandorla, fieno, erbe aromatiche. Tutti i profumi sono nitidi, espressivi e ben amalgamati in un insieme davvero fine. Al palato entra un pò più morbido di altri e con ricordi burrosi, dimostrando note vegetali da menta ed eucalipto. Sapidità di alto livello e lunga persistenza.
Fattoria di Fugnano, Donna Gina: arrivano prima note vegetali e leggermente affumicate, poi erbe aromatiche, foglie di pomodoro, scorza di lime e pompelmo, leggere note piccanti. Al palato è sempre agrumato, asciutto, sapido e di ottima intensità aromatica. Sottile nel frutto, di bella finezza e con lunga persistenza.
Fattoria La Torre, Acquaiole: profumi floreali, fruttati e speziati che hanno la meglio sul lontano ricordo tostato di mandorla. Salvia, rosmarino, ginestra, pepe bianco, pera, mela verde e scorza di limone: ogni profumo è nitido e ben integrato con gli altri. In bocca è dinamico, sciolto nel sorso, sapido, sempre fruttato e con chiusura fine e persistente.
Ho apprezzato anche: Montenidoli, Fiore – Podere le Volute
Riserva 2020
Cesani, Sanice: al naso è iodato, ha ricordi di erbe aromatiche essiccate, foglie di tè, miele millefiori, albicocca, scorza di arancia e limone, zenzero e frutta secca. Affascinante al naso e di bella integrità. Entra ampio ed espressivo al palato, con ricordi mentolati e balsamici, succoso nel frutto, di buona potenza sapida e con lunga persistenza. Elegante.
Fornacelle, Fiora: espressivo al naso con ricordi di fiori gialli, pepe bianco, note minerali e iodate, balsamico, agrumi e frutti gialli ben maturi. Davvero fine ed elegante al naso. Al palato mantiene un equilibrio lodevole tra acidità sapidità, densità fruttata e finale amaricante con leggera traccia erbacea. Profondo nel gusto, lungo in persistenza. Bello!
La Lastra: ha finezza ed eleganza nella portata dei profumi in cui risaltano camomilla, ginestra, fiori d’arancio, leggera piccantezza da cannella e pepe bianco oltre a nitide ed intense note agrumate. Succoso e denso nel sorso, ma al tempo stesso dinamico e disinvolto nel bilanciare polpa fruttata, acidità ed una sapidità di alto livello. Si distende in lunga persistenza.
Considerazioni finali sull’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023: luci ed ombre
Parto con i dovuti ringraziamenti al Consorzio per l’invito, nella fattispecie concretizzato tramite le parole di Amelia De Francesco, responsabile della comunicazione per l’ente di San Gimignano. Non posso che fare i complimenti per la location in cui si è svolta l’Anteprima, davvero di grande bellezza, compresa la finestra panoramica sulle torri della città di cui potevo godere dalla mia postazione. Sono stati professionali anche tutti i Sommelier Ais addetti al servizio, con una forte presenza femminile che ha ingentilito e reso più sorridente un servizio già efficiente e puntuale.
Parlando della Vernaccia di San Gimignano e della sua antica tradizione territoriale, mi è dispiaciuto constatare tra i campioni in assaggio alcune tipologie poco consone con la vera tradizione ed il lignaggio di questo vino. Ho provato vini che potevano assomigliare più ad un Sauvignon, altri ad uno Chardonnay molto profumato, altri ancora a dei Traminer.
Voglio credere che questa tendenza stia andando verso il viale del tramonto, un pò come è successo nell’areale dei Colli di Luni ( zona geograficamente molto vicina a casa mia ), dove anni fa vini da uva Vermentino potevano essere scambiati per dei Sauvignon neozelandesi.
È davvero un peccato notare che alcune cantine vogliano stravolgere i tratti tipici di un vitigno per avvicinarsi ai gusti di un pubblico, evidentemente poco conoscitore, che predilige vini profumati, intensi al naso e “bombe” di frutto al palato. La Vernaccia di San Gimignano non è quel genere di vino, non può esserlo e non deve esserlo.
A riprova di ciò è arrivata anche la conferma della “strada”. Durante la pausa pranzo non potevo esimermi dall’assaggio di uno dei gelati migliori al Mondo, quello della Gelateria Dondoli, famosa e conosciuta da turisti di ogni dove. Riguardo al gelato non posso che tessere le lodi, meno invece posso conferirne alle vetrine delle botteghe di paese.
In molte ho notato bottiglie di Vernaccia di San Gimignano in vendita a 5/6€ cadauna, mettendo quindi in forte dubbio le premesse di storicità, ricerca dell’identità territoriale e di qualità che sono alla base di un vino così nobile. Pensavo anche: ma se una bottiglia me la fanno pagare 5€, qualora ne comprassi 6, mi faranno anche lo sconto?
Non credo che sia questo il fine ultimo per un vino come la Vernaccia di San Gimignano, capace di evolvere e donare piacevolezza anche a distanza di molti anni dalla vendemmia. Serve uno sforzo congiunto di tutti, qualora si creda davvero in un radioso futuro per quesa Regina Bianca della Toscana, affinché ogni produttore scelga la strada della qualità, piuttosto che quella, più semplice ma perfida, del prezzo basso e del facile commercio.
Il mio racconto sull’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 è finito. Ci vediamo alle prossime edizioni.
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
9 Marzo 2023. © Riproduzione riservata