Quando metti insieme il vino di Bolgheri con i tartufi di Savini
L’azienda Fornacelle non poteva scegliere location migliore per presentare le nuove annate alla stampa specializzata. I nobili locali del ristorante Savini Tartufi di Firenze, all’interno dell’NH Hotel Porta Rossa, sono il posto giusto per dare pregio ai nuovi vini dell’azienda bolgherese. Sicuramente anche l’occhio vuole la sua parte e degustare i vini in un ambiente così elegante, eleva ancor di più l’importanza dell’evento.
Mi accoglie Silvia, moglie di Stefano ed anch’essa titolare dell’azienda: il marito non era presente perché occupato in faccende aziendali. Silvia si dimostra fin da subito solare e smussa la tensione dell’evento con semplice naturalezza.
Il racconto parte ben prima delle origini di Fornacelle, citando Giulio Batistoni, bisnonno del marito Stefano, che lavorava come mezzadro per i Conti della Gherardesca, storici latifondisti nella Maremma Toscana. Dopo una vita al servizio della famiglia Giulio ha la possibilità di riscattare il vigneto di Zizzolo, dove già lavorava, e di iniziare l’avventura in proprio come agricoltore e viticoltore. Accade nel 1945, in quel dopoguerra che ha cambiato la filosofia territoriale del paese, dando a qualcuno la possibilità di svoltare e di cambiare vita rispetto al passato.
La storia di Fornacelle cambia nel 1998, anno in cui Stefano prende in mano le redini dell’azienda, puntando sul rinnovamento della filosofia aziendale e sul rimpianto di parte dei vigneti. Il bisnonno aveva già iniziato l’opera, ma è solo grazie a Stefano che si può parlare della cantina vinicola come oggi la conosciamo. L’estensione territoriale attuale è di 15 ettari totali, di cui fanno parte i 9 ettari a vigneto, l’oliveto ed i campi seminativi.
Durante la presentazione di Silvia ho girato un video per non perdere nulla del racconto della storia di Fornacelle: cosa posso dirti…⬇︎CLICCA SOTTO E GUARDALO!⬇︎
https://www.youtube.com/watch?v=iroUM330RwQ&t=11s
Si inizia il pranzo: vino di Fornacelle e tartufo si mixano in un’atmosfera di pura giovialità
L’introduzione di Silvia serve per farci conoscere la storia della sua azienda, ma anche della famiglia di cui fa parte. Si percepisce un amore ed una forza diversa da quelle che potrebbe mettere in campo un Direttore Vendite di una grande maison, come spesso ce ne sono in Toscana e non solo.
Fornacelle è stata parte integrante della storia di Bolgheri, essendo tra le prime 10 aziende della zona: sai che c’era già quando a Bolgheri cambiò il vento, con il passaggio dal vino sfuso e contadino alle produzioni in bottiglia? Questo cambiamento è avvenuto un passo alla volta, partendo dal segno lasciato nella storia dalla famiglia dei Marchesi Incisa della Rocchetta, a cui va il merito di aver fatto da apripista per quelle terre già narrate dal Carducci.
Silvia mantiene spontaneità ed umiltà come poche volte si trovano nel mondo del vino: a fine pranzo il tavolo si è trasformato in un incontro conviviale di sano e divertente scambio di opinioni. Per fortuna che la passione, il cuore e l’anima si vedano quando parli con chi dedica la propria vita al vino: Silvia è una di quelle persone!
Il vino è parte integrante delle tavole e della vita quotidiana: attraverso il vino ed i suoi piaceri si sono scritti libri e poesie, tramandato storie e racconti. Non dimenticarlo mai quando sei di fronte ad una bottiglia di vino, creata da un vignaiolo che mette il lavoro di una vita dentro ad una bottiglia: per lui non è un gioco e non dovrebbe esserlo neppure per te. Valuta sempre il vino con rispetto ed obiettività!
Oggi tocca a me raccontarti i vini di questa storica cantina di Bolgheri: non sei curioso adesso?
Fornacelle Bianco 2017 | 100% Semillion
Alla vista il colore assume tonalità tendenti al giallo paglierino carico e quasi dorato. Al naso ha profumi delicati, pur inserendosi in una distesa aromaticità, dove spicca la connotazione fruttata e floreale. C’è un timbro delicato di agrumi e fiori gialli, che spingono su note delicate e non intaccate dalla leggera traccia speziata del pepe bianco. I profumi sono avvolgenti e piacevoli per come sono integrati anche dal breve passaggio in legno.
Al palato entra portando una decisa nota alcolica, unita ad un leggero velo di oleosità che vanno a contrastare l’acidità agrumata e salina. Il gusto è abbastanza pieno e deciso, dimostrando di avere buona sostanza, nel contesto di un tratto salino che lascia il palato limaccioso. La persistenza e l’acidità che arrivano al palato sono piacevoli e degne di un vino di buona finezza generale.
Zizzolo Bolgheri Doc 2017 | 60% Merlot e 40% Cabernet Sauvignon
Si parte con la batteria di rossi e si inizia con il vino simbolo di Fornacelle, quel Zizzolo che prende nome dal vigneto che il bisnonno di Stefano ebbe dai Conti della Gherardesca. Si capisce subito che è un vino giovane, che deve ancora arrivare alla migliore espressione, in cui ora prevalgono frutti morbidi ed una buona sensazione dolciastra.
Nonostante sia affinato solo in acciaio è un vino figlio di un’annata calda e si sente: c’è tanta polpa fruttata, profumi spinti ed un buon tratto speziato. Mi arriva anche una sfumatura erbacea, ben inserita nella vena di mora dolce per la sua avanzata maturazione.
In bocca è carnoso e sembra di addentare un frutto pieno di polpa, mentre ti accorgi della piccantezza sostenuta dal pepe e dalla vena alcolica. Il tannino c’è e si fa sentire in modo più gentile di quanto pensassi, forse perché non riesce a bucare la coltre di frutto che prende possesso del palato. Per fortuna non manca un pò di acidità a bilanciare, pur non a livelli tipici di un vino giovane: l’annata ha segnato ed i suoi ricordi sono qua. La persistenza è comunque valida, come lo è la sapidità che asciuga il palato.
Guarda Boschi Bolgheri Superiore Doc 2015 | 60% Cabernet e 40% Merlot
Con questo Bolgheri Superiore Doc si salgono le scale della complessità, immediatamente riconoscibile in virtù dell’evoluzione del vino. Eccola la parte fruttata e di sentori terziari che spingono subito in modo quasi veemente: sento note erbacee, ma anche fumè che si integrano con i frutti sottospirito. Il ricordo mentolato, del thè verde e di un fine tabacco danno slancio alla densità fruttata: per questo risulta essere un vino fine e pulito nonostante la sua piena espressione olfattiva.
È coerente al palato dove mantiene la propria corpulenza sostanza, in cui la forza alcolica bilancia la forza tannica, che tende a dare particolare astringenza e vigore senza mai cadere in una banale irruenza. C’è anche una buona spalla acida, sintomo che lo stile non ha ceduto al gusto “marmellatoso” che ha contraddistinto i vini di Bolgheri per molti anni. È un vino che cerca di vivere alla perenne ricerca di un equilibrio, ed in questo percorso arriva la bella nota balsamica, che nobilita il gusto e dona complessità alla beva.
È un vino evoluto, ma al tempo stesso che resta ben polposo e con tanta materia al palato, dimostrando di avere ancora molto tempo di fronte a sè per reggere il passare del tempo.
Foglio 38 Toscana IGT 2015 | 100% Cabernet Franc
A me piace il Cabernet Franc ed in questo di Fornacelle ho trovato davvero una bella interpretazione. Il tipico timbro erbaceo del Franc arriva immediato, nitido e con una nobile forza olfattiva e portandosi dietro anche un bel ventaglio di erbe aromatiche. Il frutto c’è con cassis e mora, donando profumi di affascinante densità. Sono solamente chiusi dentro un contorno di macchia mediterranea e peperone verde gentile.
Tutti i profumi sono avvolti da un sentore mentolato, che alleggerisce la possenza dell’olfatto lasciandomi ricordi di fine eleganza. Non manca neppure il marchio del percorso evolutivo, dove tabacco scuro, alloro e foglie di thè non fanno altro che arricchire un parterre di profumi già ben ampio.
Nella tipicità di questo Franc colpisce la sua finezza, la capacità di mostrare la sua vera natura ma senza impattare in modo eccessivo al naso, come può capitare con altri vini. Il Cabernet Franc è un’uva difficile da domare, ma a Fornacelle ne hanno saputo tirar fuori una bella versione.
Quando lo assaggio mi accorgo dello slancio del tannino, graffiante ma mai invasivo, mentre la forza alcolica va tutta a bilanciare la componente erbacea di ritorno al palato. Non manca l’acidità che dona vita e piacevolezza, potando in bocca una buona salivazione. Sento un ricordo terroso, in virtù di un tannino che continua la sua opera con classe e chiude balsamico, persistente e con movenze che sfiorano l’eleganza.
Erminia Toscana IGT 2015 | 100% Merlot
È il vino dedicato alla figlia di Silvia e Stefano che porta in bottiglia il Merlot in purezza dell’annata 2015. Dopo un Cabernet Franc come il Foglio 38 di Fornacelle c’è il rischio di suscitare un minore “effetto wow” e l’Erminia 2015 inciampa leggermente in questa trappola.
Si mostra subito come un vino pieno, carico di profumi e con una forza olfattiva che sfida la spinta alcolica per il primato al naso. Non c’è molta varietà oltre ai frutti neri polposi come mora e ribes nero ed alla carica del mondo erbaceo che segue immediatamente a ruota. Ci sono piccole note speziate e sentori dell’evouzione passata in legno , ma mi piacerebbe sentire una complessità simile al Cabernet Franc: invece mi resta la voglia di quei profumi. Non è un vino banale, ma non spicca il volo in eleganza come il Franc.
C’è tanta frutta polposa al palato, inserita in una vena di dolcezza portata da un’avanzata maturazione. Poco dopo arriva il tono scuro di thè nero e tabacco, uniti ad una spalla acida discreta, che sembrano voler contrastare una comunque sensibile astringenza. Non manca di sicuro la rotondità che avvolge la bocca con densa morbidezza. Ha meno fascino del precedente, come la complessità globale che non incanta. È un vino più “piacione”, meno fine e meno elegante del Cabernet Franc: è questa la “sua colpa”.
A Fornacelle mando un arrivederci
Il pranzo da Savini Tartufi si è concluso con una panoramica della produzione di una delle aziende più storiche dell’areale bolgherese. Fornacelle è sicuramente una cantina in buona salute, che sta andando verso un indirizzo di qualità espressivo del proprio terroir.
Parlerò di nuovo di Fornacelle, perché la curosità di andare a visitare le vigne e la cantina è molta: quindi non perderti un mio futuro articolo! Per il momento ringrazio PR VINO per la perfetta organizzazione dell’evento, la cantina Fornacelle per avermi permesso di degustare le loro nuove annate e la proprietà di Savini Tartufi che ci ha ospitato nella sala della loro bellissima location e per la buona cucina abbinata ai vini.
→ Vuoi leggere un altro articolo di un’ottima cantina di Bolgheri? Ho visitato qualche mese un’altra bellissima azienda: si chiama Azienda agricola Chiappini, la conosci?
LEGGI QUA IL MIO RACCONTO!
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
24 Febbraio 2019. © Riproduzione riservata