Una soleggiata giornata di metà Settembre ha fatto da cornice all’evento di presentazione del docufilm “Le Famiglie Storiche – un docufilm sull’Amarone”, proiettato al Cinema Rivoli di Verona in presenza dei rappresentanti delle tredici cantine facenti parte dell’associazione. Anche se in questo articolo parlerò del docufilm e non dell’origine dell’associazione stessa ( di cui potete trovare più ampie notizie cliccando qua ), credo sia giusto sottolineare chi siano i tredici soci dell’associazione Le Famiglie Storiche ( in rigoroso ordine alfabetico ): Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tommasi, Tenuta Sant’Antonio, Torre d’Orti, Venturini e Zenato.
Il docufilm è stato diretto dal giovane regista Michael C Gasparini, veronese di nascita ma cosmopolita per adozione professionale, con all’attivo un portfolio di collaborazioni con famose case di moda ed oggi prestato al vino ed alla storia della Valpolicella. Ha avuto il merito di mettere assieme diversi punti di vista dei tredici proprietari, amalgamando il racconto dentro un filo logico misto di storia, passione, territorialità e sguardo ai progetti futuri.
Probabilmente era il momento giusto per raccontare in un docufilm storia, aneddoti e mission che legano le aziende storiche della Valpolicella in un progetto di valorizzazione e promozione dell’Amarone e di un territorio che ha ancora molto da dire nonostante la già ottima riconoscibilità internazionale. Il docufilm infatti è un racconto immediato e spontaneo di ciò che lega le Famiglie Storiche alla terra che ogni giorno promuovono e proteggono.
Ogni azienda vinicola è stata rappresentata da un componente della famiglia, prestatosi a testimoniare caratteristiche, origine e tipicità della Valpolicella quanto del vino Amarone. Le immagini vanno via veloci, fluide e ben divise tra il racconto dei personaggi ( ripresi in bianco e nero ), in contrasto con le immagini delle vigne e della vita di cantina ( vive e colorate ). È un dualismo visivo e narrativo che colpisce lo spettatore, mettendolo di fronte ai due attori della Valpolicella: l’uomo ed il territorio che coltiva.
Diversi ma uniti con un obiettivo comune: questo è lo spirito de Le Famiglie Storiche
Le cantine sono eterogenee per dimensioni aziendale, per diverse date di inizio dell’attività e per il percorso di evoluzione che le ha portate ad oggi. Qualcuna è una piccola bottega, mentre altre di grandi dimensioni. C’è diversità ma anche unione di intenti nel progetto di valorizzazione del territorio in cui operano e del vino che producono.
Il 2009 è la data galeotta da cui è nato il progetto che oggi vediamo arrivato ad un buon punto di maturazione. Sono partite dieci aziende, per segnare una rottura con la produzione di Amarone di allora che guardava molto al numero e poco alla sostanza. Quello era l’anno del primo presidente ( Sandro Boscaini ) che ha sottolineato quanto fosse necessario mettere un punto fermo su cosa fosse un Amarone di qualità rispetto a quello di grande massa.
Ci pensa Marilisa Allegrini, dell’omonima azienda vinicola, a ribadire quanto i componenti dell’associazione riescano a perseguire la medesima finalità pur con stili e strade diversi. Interessante poi il punto di vista di Sabrina Tedeschi, penultima presidentessa dell’associazione, che punta l’attenzione sulla zonazione dei vigneti per ottenere una sempre migliore comprensione dell’andamento dei propri vigneti. Ed è proprio dalle visuali dall’alto dei singoli vigneti che si comprende quanto sia bella la Valpolicella di collina.
Partecipai ad una degustazione di vini della famiglia Tedeschi ad un Vinitaly di qualche anno fa: clicca qua per leggere l’articolo!
Arrivano propizie le parole pronunciate in sala dall’attuale presidente Alberto Zenato: suggella il periodo odierno come il più ideale per l’uscita del docufilm. L’obiettivo era unire comunione d’intenti e visione territoriale, all’interno di un film che potesse anche mostrare e raccontare la tipicità delle colline della Valpolicella.
Amarone e Valpolicella: vino e territorio che vogliono stare al passo dei tempi
I quattro presidenti dell’associazione hanno confermato quanto la Valpolicella abbia cambiato passo negli ultimi decenni. La produzione rivolta a importanti quantitativi mira oggi sopratutto alla qualità, sempre attraverso continui ed importanti cambiamenti.
È così che Alberto Zenato racconta di come sia cambiata la viticoltura, per cercare maggiore struttura e migliore qualità finale, oppure, come afferma Sabrina Tedeschi, quanto sia importante dare più risalto all’eleganza del vino piuttosto che alla sua concentrazione. Cambiano i tempi e cambia anche la ricerca di uno stile più contemporaneo, nonostante il mantenimento di pratiche e consuetudini di un tempo.
Considerazioni sull’Amarone e pranzo all’Antica Bottega del vino
I risultati di questi cambiamenti sono visibili nei vini odierni, aldilà delle preferenze personali e soggettive, con diversi Amarone che abbinano una maggiore freschezza, una complessità di bevuta sempre presente ma al tempo stesso più dinamica e sciolta di un tempo.
Nelle Masterclass digitali di primavera, oltre che negli assaggi fatti per pranzo alla Antica Bottega del Vino, ho constatato questo cambio di passo: ci sono Amarone che mi piacciono di più ed altri che sono meno nelle mie corde, come è normale che sia. Ogni cantina produce con uno stile differente, frutto della propria filosofia ma anche dell’interpretazione dei vigneti e del microclima. Nonostante le sovrastrutture che esistono nelle creazione di un Amarone, sono comunque evidenti e percepibili le sfumature date da posizione del vigneto, viticoltura, scelte di cantina ed affinamento.
È proprio su questi cardini e scelte personali che si basa anche uno dei principi dell’associazione: interpretare a proprio modo un concetto di produzione che parla la stessa lingua. Ci stanno riuscendo? La strada è lunga, ma per ora sembra che Le Famiglie Storiche l’abbiano imboccata bene.
di Morris Lazzoni
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
5 Ottobre 2021 – © Riproduzione riservata