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Qualche settimana fa ho avuto il piacere di essere invitato dall’agenzia PR Vino ad un pranzo stampa presso la Trattoria da Burde di Firenze, per conoscere il volto e la storia che stanno alla base dei vini della cantina Muralia. Non è la prima volta che gli amici di PR Vino mi invitano a dei pranzi stampa: tra gli altri mi piace ricordare quello di Aquila del Torre ( leggi qua ) oppure quello di Fornacelle ( leggi qua ). Li ringrazio pertanto della fiducia che ripongono ad ogni occasione nei miei confronti.

Vorrei partire però dalle origini di Muralia, che trova nel territorio maremmano di Roccastrada la propria collocazione. Bisogna tornare alla fine degli anni 90, precisamente al 1997, per avere una data di fondazione dell’azienda creata da Chiara e Stefano Casali. Durante il pranzo Stefano ha narrato delle origini e delle motivazioni che hanno portato a fare vino ed a creare Muralia.

Stefano era un manager di una famosa azienda del settore fotografico, abitava a Milano e si era stancato della vita da “schiavo moderno” in cui bisogna sempre essere al servizio di telefonate, call, mail, riunioni e chilometri per strada. Muralia nasce proprio dalla volontà di un taglio con la vita precedente e con il passato, almeno quello professionale. L’innamoramento verso la Maremma parte da luoghi incontaminati dove un tempo, così come racconta Stefano, pascolavano le pecore. L’assenza di certezze non ha però fermato una voglia di cambiamento, così forte da far cambiare totalmente rotta, ed intraprendere una strada a dir poco complessa e tortuosa come quella del vignaiolo.

Mi è bastato ascoltare i racconti di Stefano e di Riccardo della PR Vino, riguardo agli scorci di panorama ed ai tramonti che si possono godere dai vigneti di Muralia, per aver voglia di recarmi quanto prima a visitarla. Intanto mi accontento di assaggiare i vini, di cui parlerò a breve.

Stefano Casali parla della sua azienda Muralia

I vini di Muralia abbinati al menù di Trattoria da Burde

Il pranzo stampa organizzato dall’agenzia PR Vino si è svolto lineare, sciolto e senza intoppi come è solito per la squadra di Riccardo Gabriele, oggi anche in prima linea durante la fase di presentazione dell’azienda. Dopo il racconto di Stefano siamo passati all’assaggio dei vini, abbinati al menù studiato da Trattoria da Burde, che prevedeva baccalà mantecato come antipasto, pici con ragù di Chianina come primo, peposo e bistecca alla fiorentina come secondi.

La partenza è con il Chiaraluna 2021, bianco da uve Viognier in purezza vendemmiate in orari notturni per mantenere alti livelli di acidità e criomacerate per circa 15-16 ore per avere una maggiore estrazione aromatica. Seguono inoltre fermentazione ed affinamento in barrique. Le uve del Chiaraluna provengono da un vigneto posto a 450 metri d’altezza, dove prima era presente una macchia boschiva, acquistato in seguito alla fondazione di Muralia.

Vino intenso al naso con netti profumi di pesca, mela gialla, albicocca e ananas che si uniscono a ricordi di erbe aromatiche, noce moscata, zenzero, nocciola, burro fuso, note di tabacco biondo, fieno e pepe bianco. Al palato entra corposo e con buona intensità, riportano la matrice di aromi già sentita al naso ed aggiungendo dimensione ed ampiezza. Lascia il palato con ricordi iodati, con calore ben percepibile ed una sufficiente acidità. Vino da carni bianche, formaggi di media stagionatura e piatti di pesce ben strutturati.

Il Manolibera 2020 è un rosso d’ingresso a base di Sangiovese ( al 50% ) e con la restante parte divisa tra Cabernet Sauvignon e Merlot, il tutto fermentato ad affinato solo in acciaio. Al naso sento frutti rossi freschi e polposi che hanno sentori ancora leggermente vinosi, oltre a traccia floreale delicata e spezie dolci. Al palato si connota come un vino facile, di beva immediata e che non ricerca vette di complessità estreme: ben fruttato, giusta acidità, tannino mai troppo ruvido e beva invitante. Vino da abbinare ad antipasti di salumi e formaggi, primi piatti di verdure e zuppe di pesce.

I vini di Muralia in degustazione stampa della Pr Vino da Trattoria da Burde a Firenze
I vini di Muralia assaggiati durante il pranzo stampa

Il Babone 2020 è un assemblaggio di 65% Sangiovese e 35% Syrah che prende il nome dal vigneto di provenienza ( Babone ), situato su suoli prevalentemente calcarei e di forte pendenza. La bottiglia non era in perfetta forma, perché denotava sentori di frutti fin troppo surmaturi e quasi cotti al naso. Peccato, ma mi riprometto di assaggiarlo per una migliore valutazione.

L’Altana 2020 invece è un Sangiovese in purezza, vinificato in acciaio e con fermentazione che avviene in parte in tonneau e per la restante parte in acciaio. È un Sangiovese figlio della zona e del calore tipico della Maremma, per cui differente rispetto ad altre interpretazioni toscane. Al naso i frutti sono caldi, molto maturi e densi nella polpa ricordando marasca, prugna e cassis. È balsamico, con ricordi di eucalipto, poi chiodi di garofano, liquirizia, pepe nero, tabacco fumé e tostato del legno. Al palato è rotondo, avvolgente e con tannino fitto e ben presente. Inciampa un pò sul distendersi dell’acidità, inizialmente piacevole e poi interrotta dalla dimensione tannica. Vino da abbinare a carni rosse ben succulente.

L’ultimo vino, Muralia 2019, è un assemblaggio a prevalenza Syrah ( 50% ), con la restante parte composta da Cabernet Sauvignon e Sangiovese. Le uve vengono fermentate separatamente in acciaio inox per poi essere affinate in barrique per circa 24 mesi. La concentrazione aromatica sia al naso che al palato è evidente, dove frutti ben maturi, evoluzioni balsamiche e tostate, oltre a tratti piccanti e speziati si uniscono in modo uniforme. Il sorso è pieno, corposo e di trama spessa, potendo contare su profondità di gusto e tannino di livello importante anche se mai graffiante. Interessante la matrice sapida, invece meno spiccata la lunghezza in freschezza ed acidità. Vino da abbinare a cacciagione, brasati e stufati di carne.

I vini di Muralia tra passato, presente e futuro

La storia di Muralia raccontata dal patron Stefano è affascinante, riuscendo ad attrae sopratutto coloro che sono alla ricerca di una vita diversa rispetto a quella che hanno attualmente. Il cambio di vita effettuato da Chiara e Stefano negli anni 90 è stato un precursore di una tendenza oggi sempre più evidente: molte persone, stanche della propria routine, decidono di cambiare stile di vita e di tornare ad una vita più agreste, agricola o semplicemente lontana dallo stress cittadino.

Chiara e Stefano hanno avuto coraggio nel scegliere una strada tortuosa e difficile come quella dei vignaioli, la quale richiede impegno ( sia fisico che finanziario ), sacrificio, dedizione e molte rinunce. I vini devono ancora trovare una personalità definita ma, se continueranno con la stessa passione, allora il risultato potrà solo che migliorare.

Auguro pertanto a Muralia le migliori soddisfazioni e ringrazio nuovamente l’agenzia PR Vino per il gentile invito.

di MORRIS LAZZONI

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Il vino è semplice da capire, basta avere passione

13 Dicembre 2022. © Riproduzione riservata