LA COSTA TOSCANA E’ PIENA DI SORPRESE
La Toscana è una bella regione, quello si sa. Se poi si decide di andare a spasso visitando belle cantine di vino, allora si toccano vette inimmaginabili di felicità. Ci sono tantissime zone interessanti sia dal punto di vista del paesaggio e dell’arte. Ma ce ne sono tante anche per la produzione vinicola, oltre alle solite famose.
Visitare direttamente le aziende ci fa immergere nel lavoro quotidiano del produttore. Ci può raccontare le sue passioni, gli sforzi quotidiani, i progetti futuri, tutto creato per il nostro estremo piacere del godimento e della condivisione. Mai dimenticare che il vino è piacere allo stato puro. Non si può bere da soli e assume fascino quando se ne si condivide la gioia e piacevolezza.
MONTAUTO, UN PICCOLO PARADISO A MANCIANO
La Maremma è una terra verace, vasta e a tratti quasi incontaminata. Si perde la bussola degli spazi e dei tempi grazie alle ampie vallate che salutano il mare, poco distante. E’ una terra adatta all’agricoltura ma anche al vino, grazie alla capacità di attrarre il sole, alla vicinanza al mare e a un terreno che sa adattarsi a svariati vitigni. Basti pensare al Morellino di Scansano e al Montecucco a base di Sangiovese ma anche a tutta la compagine come Merlot, Sauvignon, Vermentino, Viognier, Trebbiano e tanti altri.
UNA BOMBONIERA SULLE COLLINE DELLA AREMMA
L’azienda Montauto è una vera bomboniera elegante e preziosa inserita in uno contesto scenografico di pari livello. E’ contornata dalle colline di Manciano in un abbraccio quasi irreale quanto scenografico. Svetta in un contrasto di boschi incontaminati e vigneti tutti attorno.
Il patron Riccardo Lepri è stato fin da subito disponibile a raccontare la genesi dell’azienda, seguendo una logica di produzione orientata alla massima qualità possibile. La produzione predilige i vini bianchi senza tralasciare qualche comparsa come Pinot Nero, Ciliegiolo e Sangiovese.
LA MAREMMA E’ L’ANIMA VERACE DELLA TOSCANA
La Maremma è conosciuta per il Bianco di Pitigliano. Da Montauto non manca, così come non mancano Vermentino o Sauvignon, vinificato da due tipologie differenti di vigne, vecchie e nuove. L’attenzione e la cura nella vinificazione di Montauto va oltre la normalità. Tutto l’ambiente della cantina, da quella di vinificazione fino alla parte ricevimento ed accoglienza, sono espressione di questa particolare attenzione per il dettaglio.
La produzione annuale si attesta sulle 90mila bottiglie e tutto è effettuato nel massimo rispetto delle uve e della loro integrità.
Nessuno utilizzo di pesticidi con preferenza al letame naturale, vendemmia manuale, raccolta in cassette da 18 kg, pieno rispetto dell’uva. La pigiatura è effettuata a bassa temperatura per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche delle uve ed evitare qualsiasi tipo di ossidazione. Così come l’uso dei solfiti è di gran lunga sotto i limiti di legge, per non dire irrisorio.
I vini di Montauto sono puliti, limpidi ma anche immediati. Hanno profumi che toccano il naso mantenendo la particolarità della loro tipologia. Puntano molto all’eleganza e alla finezza globali, senza tralasciare di essere compresi perchè immediati e senza inutili fronzoli.
ELEGANZA SULLE COLLINE DELLA TOSCANA
Tutti gli ambienti di Montauto rispecchiano questa filosofia fatta di essenzialità, eleganza e raffinatezza. Anche la stessa sala degustazione è in linea con lo spirito aziendale.
Un ambiente luminoso con ampie vetrate che sono l’ideale per degustare la freschezza e la limpidezza dei vini prodotti. Per raccontare quanto la coerenza è frutto di una scelta oculata, l’azienda ha deciso di abbandonare la produzione del suo cru di Merlot, chiamato Tiburzio. Un vino che usciva dai binari della filosofia attuale. Ancora oggi ci sono aziende che rispettano la propria natura, anziché vendere sé stessi o la propria anima all’esigenze commerciali.
Passiamo alla degustazione per capire se l’essenza di questa filosofia arriva anche nel bicchiere. Solo qualche piccolo appunto senza avere la pretesa di una vera e propria degustazione tecnica, quanto piuttosto una semplice conversazione tra amici.
PARTO A DEGUSTARE
Maremma Toscana 2016: arriva vivace e ben presente al naso andando ben oltre i confini del fruttato tipico di un Vermentino. La sua intensità lo fa arrivare quasi ai confini dell’aromaticità ed è una bella sorpresa dopo il giallo paglierino che colpisce l’occhio per come riflette la luce.
E’ stato imbottigliato da poco ma già promette bene con le sue tonalità spiccate di frutti come agrumi e mela ma anche un tocco più esotico di mango. Ha una freschezza invidiabile. La bocca resta immediatamente piacevole e ben predisposta alla beva. Non manca neppure di persistenza, allungando le sensazioni con vigore e piacevolezza. ( Vermentino e pizzico di Malvasia )
CHE ELEGANZA QUESTO SAUVIGNON
Enos I 2015: è il Sauvignon in purezza da vigne più vecchie. Ammetto di essere di parte nel apprezzare un Sauvignon, ma questo di Montauto si farebbe apprezzare anche da chi è meno tifoso. Ha fin da subito una grande eleganza olfattiva con accenni giustamente erbacei: salvia, erbe aromatiche ma anche frutti come lime, mela verde e frutto della passione.
Non manca di smarcare la casella mineralità che ritroviamo al palato grazie ad una piacevole sapidità. Entra in bocca con un giusto taglio erbaceo che rimane però elegante e fine, mai invadente, lasciando spazio alla complessità globale. Gioca molto sulla finezza e sulla qualità delle sensazioni ma non rinuncia ad essere anche persistente.
L’UNICO FIGLIO DELLA BARRIQUE
Pinot Nero 2015: ha un naso timido che parte piano per poi aprire le porte del suo scrigno di profumi. Escono frutti di bosco come mora, ribes e un pò di ciliegia marasca. Rimane ancora vivo il ricordo erbaceo e soprattuto quel ricordo di potpourri che stuzzica il naso con la sua fragranza.
Si percepisce un inizio di sviluppo balsamico, mentre la bocca resta tannica più che in altri pinot nero. Il tannino è un pò più irruente rispetto a quanto capita nella medesima tipologia. Nonostante un ricordo ancora “verde”, non rovina il quadro d’insieme. Anche la spinta fruttata è giusta, riportando la bocca verso toni più morbidi. Questo tannino comunque dà certezze e speranze per il futuro, allungano la vita di questo pinot nero. Per finire è lodevole l’interessante persistenza che tiene corda e dà piacevolezza al palato.
A CASALE MARITTIMO: ARRIVATI DA OLIVIERO TOSCANI
Il passaporto della proprietà anticipa e “copre” ogni cosa. Ma Rocco, il figlio di Oliviero, sa come usare le giuste argomentazioni per far capire che c’è dell’altro aldilà del nome e dell’apparenza. Arrivare alla tenuta di Casale Marittimo significa entrare in un vero e proprio “mondo agricolo”. Va oltre la dimensione vino che, comunque, riveste una grande importanza nell’ecosistema aziendale. Avevo già parlato di Oliviero Toscani e per conoscere i vini potere leggere di più cliccando qua.
La tenuta è di proprietà della famiglia da moltissimi anni, dagli anni 70, ma all’inizio era nata con l’idea di estrarre olio e allevare cavalli, una delle passioni del fotografo. La produzione di vino nasce dopo, a seguito di un suggerimento dato ad Oliviero da un caro amico, anch’esso produttore di vino. Nel 2003 iniziano i lavori di impianto e si sceglie di dare una svolta alla tendenza che vuole la Toscana come terra ideale del Sangiovese.
I vitigni impiantati sono Syrah, Petit Verdot, Cabernet Franc e Teroldego. Il terroir della collina di Casale Marittimo è particolarmente ricco di argilla. Ha la tendenza a sviluppare un bel colore aranciato, indicatore anche del contenuto ferroso che si trova nel terreno.
Da questi vitigni nascono tre differenti vini di cui solamente uno fa a meno del Teroldego. È l’OT, il vino di punta dell’azienda che fa leva solo su tre alfieri, tra l’altro ben conosciuti in Toscana. Syrah, Petit Verdot e Cabernet Franc, vinificati nelle stesse percentuali anno dopo anno e con passaggio in barriques per circa 14-16 mesi.
TRE ROSSI COME VERI FAUTORI DELLA TOSCANA
La produzione segue con il Quadratorosso, assemblaggio dei soliti tre vitigni a cui si aggiunge il Teroldego. È affinato in acciaio per circa 6-8 mesi e lo stesso affinamento si ha per iToscani, che alza la presenza di Syrah a scapito degli altri vitigni.
I progetti dell’azienda, però, non sono finiti qua. Al Vinitaly 2017 credo che assisteremo ad una sorpresa non difficile da immaginare. Non ci sono vitigni bianchi nella tenuta di Oliviero Toscani. Quindi quale altro vino potrebbe essere lanciato se derivato da vitigni rossi? Provate ad indovinare.
Chiude l’offerta dell’azienda l’Olio extra vergine di Oliva franto dalle varietà Moraiolo, Leccino, Frantoio, Pendolino e Maurino. Gli olivi sparsi per la tenuta contribuiscono a creare la scenografia delle colline della tenuta. Procurano gioia per gli occhi, quando ci si trova sulla loro sommità a godersi il panorama sottostante.
CON IL PICKUP A SPASSO PER LE VIGNE
Rocco Toscani è un perfetto cicerone della tenuta. Girovagando con il pickup sulle mulattiere si gode di uno spettacolo visivo di sicuro impatto, così come si ride al racconto di aneddoti dell’azienda. Creano quel mix vincente di simpatia e serietà che sono il contrasto vivente della tenuta.
Non bisogna dimenticare che una parte a molti sconosciuta dell’azienda è anche la produzione di salumi da maiali di cinta. Sono divisi per peso ed età, ogni gruppo può vantare circa 5 ettari di bosco in cui scorrazzare e nutrirsi di ciò che trovano sul terreno. Un allevamento in stile “senese” oppure spagnolo simil “pata negra”. Del maiale non si butta via niente ma con questi, a dire il vero, bisognerebbe fare ancora più attenzione. La qualità dei prodotti che ne derivano si alza in modo esponenziale, vista la tipologia di allevamento e ciò di cui si nutrono.
Il viaggio si conclude con il ritorno al punto zero, dopo essere stati immersi in un’atmosfera dai contorni scenografici che rubano la bellezza agli occhi stessi. Dal racconto di Rocco Toscani si percepisce quello che va oltre la nomea del “marchio di famiglia” e della fama del padre. C’è di più sulle colline di Casale Marittimo. C’è la volontà di distinguersi grazie al vino e a tutto l’ecosistema che governa i pendii di queste spettacolari colline.
INFO: VINI MONTAUTO | www.montauto.org e OT SOC. AGRICOLA | www.otwine.com
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
www.vinoperpassione.com
14 Febbraio 2017. © Riproduzione riservata