“Chi lo dice che il Nebbiolo sia solo nelle Langhe? Anche nell’Alto Piemonte, tra Gattinara e Ghemme, si fanno ottimi vini da nebbiolo. Vabbè, lo chiamano Spanna ma la sostanza non cambia. Infatti il Tre Vigne 2011 di Travaglini si fa notare per eleganza, sobrietà e capacità di rapire il palato. Un vino tradizionale ma sempre ben attuale.”
TRAVAGLINI E GATTINARA, IL NEBBIOLO DELL’ALTO PIEMONTE
In provincia di Vercelli non si produce solo riso. Si fa anche vino ed anche buono. La famiglia Travaglini produce nella zona già da fine anni 50, passando il testimone di generazione in generazione sempre con la medesima filosofia produttiva. Ma per conoscere la storia completa della famiglia vi rimando al loro sito aziendale.
Quando ci si avvicina a un Travaglini la prima cosa che si nota è la forma della bottiglia: panciuta, snodata e sinuosa. Un motivo c’è. L’idea era creare una bottiglia che riuscisse a fermare gli eventuali sedimenti dovuti all’invecchiamento del vino, senza rendere necessaria la decantazione. Un modo anche originale per affermare che quanto si fosse certi della longevità dei propri vini.
TRE VIGNE POSSON BASTARE
Il Tre Vigne 2011 è un Gattinara proveniente da tre specifici vigneti dell’azienda e prodotto solo nelle annate considerate migliori. Fa un lungo periodo di affinamento di 40 mesi, di cui 30 passati in botti grandi, come da nobile tradizione sabauda. Cede all’innovazione delle piccole botti solo per il 20% del totale che, una volta riunito, compie un ulteriore affinamento di 8 mesi in bottiglia.
Il colore già tradisce questo suo affinamento. È rosso rubino intenso, tendente al mattone con evidenti riflessi granati che fanno capolino ai margini del calice. Possiede comunque quelle vivacità e brillantezza che ci fanno notare quanto il suo percorso evolutivo sia giovane e ancora pieno di future soddisfazioni.
Si gioca subito alcune carte interessanti, visto che al naso fa capire che ha la pasta del potenziale campione. Per carità fa tutto nel segno di nobiltà e compostezza ma ci tiene a far comprendere la sua vera natura. L’intensità si può definire a livelli alti, come nel caso di vini che si caratterizzano per classe e longevità.
HA LE DOTI DI CLASSE DEL NEBBIOLO
Ho interrotto il suo percorso evolutivo presto, ma si sa che a volte non c’è mai un momento giusto per bersi una bella bottiglia. Quindi va bevuta e basta.
Mi ha colpito il tratto fruttato, che racconta quanto macerati e carichi di polpa siano i frutti che ci arrivano. Prugna, mora e cassis si uniscono e si fondono ad accenni di china e tamarindo, tutti radunati all’interno del cerchio contenitivo del tenore alcolico.
Dopo arrivano tutte le sfumature dovute all’affinamento e si fanno notare, senz’ombra di dubbio. Non scappano all’analisi delle narici il lieve tocco fumè e tostato, che mano a mano lascia spazio anche a tabacco e cacao amaro. L’olfatto è infine stuzzicato da un leggero sentore pepato che dà quel brio di piccante che non fa mai male.
Continua con una decisa sferzata di sotto spirito che riunisce sotto il suo cappello tutte le altre sfumature. Non manca di lasciarmi il ricordo di un chè di ferruginoso, quasi ematico, che si disperde nel mare creato dall’ampiezza delle belle sensazioni.
Non c’è nulla che disturba al naso, quindi la finezza è piena e piacevole. Ciò nonostante so che non è ancora in grado di dimostrare tutte le sue capacità, visto che è un teenager dalle belle promesse ma a cui può mancare l’attimo del guizzo finale. Mi immagino cosa potrà raccontare fra qualche anno, quando tutte le note evolutive saranno perfettamente integre nella loro pienezza.
Penso così anche in virtù della tendenza a mostrare ancora un lato verde, a tratti perfino erbaceo. Un accenno di eucalipto è già presente, ma non così ampio come vorrebbe l’ideale stato di evoluzione. Il vino deve ancora affinare in bottiglia per potersi dire pienamente completo e dimostrare cosa sa fare al 100%.
CONTINUA A SAPERE IL FATTO SUO ANCHE AL PALATO
Entra subito caldo, ricordando che il tenore alcolico è di casa e non fa nulla per nascondersi. Ancora non riesce a contribuire all’armonia del palato con grande morbidezza, mentre si fa notare per il ruolo che assume il tannino. Non fa a priori l’esuberante, ma neppure il timido. In questo caso la giovane età è dalla sua parte, perché sa come graffiare tutta la cavità orale dimostrando quanto l’austerità tipica del giovane nebbiolo si ritrovi alla perfezione.
Con questo non voglio dire che sia eccessivo oppure invadente, ma di sicuro non è adatto per i deboli di cuore. Rispetto al nebbiolo delle langhe stride meno sul palato, forse grazie alla zona più fresca e meno esposta dell’Alto Piemonte da cui proviene.
Mantiene una giusta freschezza aiutata anche da una valida acidità che riesce a farlo sembrare ancora più giovane. Lascia nel finale un ricordo a tratti polveroso, sabbioso che è piena responsabilità del tannino ancora nel pieno delle sue vigoria e vivacità.
Il tannino riesce a portare con sé anche quella nota macerata dei frutti, grazie alla quale allungano la loro presenza con una spiccata traccia polposa che ingentilisce il lato erbaceo del tannino.
Ritornano evidenti il finale amaro del cacao, seguito da quella punta di liquirizia, contribuendo a renderlo pieno e di corpo rispetto alla magrezza asciutta portata dal tannino. Non manca di dire la propria neppure la sapidità che ha l’accortezza di non aumentare in modo esponenziale la sensazione di astringenza del tannino. Piuttosto lascia una lieve ed elegante patina salina che crea un’invidiabile piacevolezza.
CHIUDE CON GIUSTA CLASSE
L’intensità e la complessità che dimostra al palato non sono da meno di un giudizio di buon livello, ma colpisce ancor di più la persistenza. Come fa una locomotiva lanciata a velocità, così la persistenza trascina con sé frutti macerati e un leggero accenno di china, lasciando un pò di amaricante e levigando le gengive dopo l’opera del tannino.
Il vino ha una struttura e un corpo che potrebbero raccontare ancora molto. Quando capita di trovare vini ancora chiusi ed in parte timidi, come questo Gattinara, le soddisfazioni aumentano. Magari oggi non ho apprezzato appieno tutte le sue potenzialità, ma è stata comunque un’esperienza di spessore che lascia un piacevole ricordo.
Per info: Azienda Vitivinicola Travaglini | Gattinara | www.travaglinigattinara.it
di MORRIS LAZZONI
VinoperPassione
Il vino è semplice da capire, basta avere passione
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16 Agosto 2017. © Riproduzione riservata